lunedì 28 gennaio 2013

Da San Francisco a Good night my love ...

La nostra macchina del tempo ormai vive di vita propria e questa mattina è andata ben oltre il 2011.
Non sono madrelingua inglese, non ho studiato all'estero e sicuramente non parlo un inglese perfetto, ma mi è sempre piaciuto studiarlo e negli ultimi quattro anni averlo utilizzato per lavoro mi ha certamente aiutata a migliorarlo. Giovanni non l'ha studiato e, prima del nostro viaggio negli Stati Uniti nel 2009, non aveva nemmeno intenzione di studiarlo. In questo caso credo che valga proprio il detto "non tutti i mali vengono per nuocere", perché galeotto fu l'aver perso le chiavi della nostra auto a noleggio a Sausalito (colpa sua che le teneva precariamente agganciate al taschino dei blue jeans) e l'aver rischiato una sanzione federale sull'Isola di Alcatraz per aver acceso in buona fede una sigaretta fuori dall'ex carcere (colpa mia, che incantata dalla baia e dai blue angels che sorvolavano sopra le nostre teste, non ho ascoltato le raccomandazioni sul traghetto).

E' vero il 2009 è stato l'anno in cui Giovanni ha iniziato ad avvicinarsi all'inglese, ma dopo aver fissato nella sua memoria l'ansiosa e sconnessa frase "keys car" e " l'autoritario interrogativo "What are you doing sir?"  condendo il tutto con un grato "You're welcome", tutti i suoi propositi di approfondire questa lingua se ne sono andati in letargo. Si sono poi risvegliati nel 2011, dopo il successo planetario di Adele; ma anche qui dopo essersi aggiunta al suo frasario "Someone like you", l'entusiasmo si è di nuovo assopito.
L'arrivo del primo smartphone lo scorso giugno (dopo anni con l'inseparabile cellulare da 39,00 € dotato della fantastica ma unica tecnologia della torcia luminosa) ha riacceso l'interesse grazie alle fantastiche app che compongono e pronunciano frasi in ogni lingua a seconda dell'esigenza, ma ancora una volta, dopo qualche giorno di entusiasmo, dove arrivava addirittura a scrivermi brevi messaggi in inglese, il tutto è tornato a dormire.
Poi è nata Gioia e il senso di responsabilità ci ha assalito; lei crescerà in un mondo in cui l'inglese sarà sempre più necessario e, molto probabilmente, si troverà ad andare chissà dove per poter lavorare. E' vero lo studierà a scuola, ma perché aspettare? Non sarebbe più naturale per lei impararlo con la sua mamma e il suo papà? Se consideriamo poi quello che dice la nostra pediatra, per cui "Nasciamo geni e muoriamo dementi",  prima si comincia, meglio è. Da qui l'idea di iniziare a parlarlo a casa e cogliere l'occasione anche per Gio di studiarlo un po' più da vicino. 
Alla ricerca di conferme al nostro pensiero, qualche mese fa, abbiamo interrogato google digitando "crescere un bambino bilingue" e il primo risultato ci ha fatto scoprire un mondo fantastico, quello di bilingue per gioco:


Qui una mamma italiana, che ha deciso di crescere suo figlio bilingue, fornisce informazioni e utili spunti su come farlo. E così, dopo aver letto qua e la, restando fedeli al nome del sito, abbiamo iniziato a far parlare inglese Grigina, la piccola fochina peluche di Gioia che ogni mattina la saluta con quattro baci e una canzoncina:
 "I'm Grigina, baby seal,
 would you play a little with me? 
Kiss, kiss, kiss, kiss"

Lei ascolta e sorride, poi afferra Grigina e comincia la sua giornata. 
Ci stiamo ancora muovendo in punta di piedi, perché è strano parlare in inglese a Gioia, che ancora non dice nemmeno una parola in italiano, ma sono sicura che piano piano diventerà tutto più naturale. 
Venerdì però pensavo, la sua giornata inizia con il saluto a Grigina, durante il giorno facciamo poi ancora qualche discorsetto in inglese, ma perché la sera finisce sempre con la ninna nanna del chicco di caffè? Dobbiamo trovare una ninna nanna in inglese. Questa volta non ho scritto "ninna nanna in inglese" in google, perché continuava a suonarmi nell'orecchio la canzone di sottofondo della pubblicità del Vicks e così ho digitato "Good night my love" e sono arrivata a questo dolcissimo video; ecco cosa canteremo ogni sera alla nostra Gioia:


 
Shirley Temple canta 

GOOD NIGHT MY LOVE (BUONA NOTTE AMORE MIO)

                         Goodnight my love (Buona notte amore mio)                          
Your Mommy is kneeling beside you (la tua mamma è in ginocchio accanto a te)
Goodnight my Love (Buona notte amore mio)
To dreamland the Sandman will guide you  (Nel mondo dei sogni, l'omino del sonno ti guiderà)
Come now you sleepyhead (Andiamo ora dormiglione)
Close your eyes, go to bed (Chiudi gli occhi, vai a letto)
My precious sleepyhead (Mio prezioso dormiglione)
You mustn't play peek-a-boo (Non puoi giocare a far cucù)

Goodnight my love (Buona notte amore mio)
Your little Dutch dolly is yawning  (la tua piccola bambola olandese sta sbadigliando)
Goodnight my love (Buona notte amore mio)
Your Teddy bear's called it a day (Per il tuo orsacchiotto la giornata lavorativa è terminata)
Your Dog is fast asleep, my but he's smart (il tuo cane è profondomante addormentato, mio ma lui è simpatico)     
Sleep tight my love, goodnight my love (Dormi bene amore mio, buonanotte amore mio)
God bless you, pleasant dreams sweetheart  (Dio ti benedica, sogni piacevoli tesoro)


Un giorno racconteremo a Gioia, che se lei parla inglese è grazie ad un poliziotto americano, per ora è solo per gioco e quindi "Let's play".

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